Buona Domenica cari amici, come state passando la giornata?
Normalmente vi direi che il mio giorno della settimana preferito è senza dubbio il Sabato perchè la Domenica fa pensare tristemente all'inizio della nuova settimana, ma questa mattina - dopo un caldo risveglio e una tazza fumante di caffè- mi sento davvero felice di mettermi al computer per scrivere una recensione di un film visto ieri. Sto parlando de "Il Giovane Favoloso" visto grazie all'organizzazione della mia scuola (ogni tanto qualcosa di positivo :D). Ecco a voi il mio pensiero:
Il Giovane Favoloso
Titolo originale: Il Giovane Favoloso
Regista: Mario Martone
Genere: Biografico, Drammatico, Storico
Cast: Elio Germano, Isabella Ragonese, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Edoardo Natoli, Anna Mouglalis, Valerio Binasco, Paolo Graziosi
Trama:
Leopardi è un bambino prodigio che cresce sotto lo sguardo implacabile del padre, in una casa che è una biblioteca. La mente di Giacomo spazia, ma la casa è una prigione: legge di tutto, ma l'universo è fuori. In Europa il mondo cambia, scoppiano le rivoluzioni e Giacomo cerca disperatamente contatti con l'esterno. A 24 anni lascia finalmente Recanati. L'alta società Italiana gli apre le porte ma il nostro ribelle non si adatta.
Il mio pensiero:
Il film si apre con tre bambini che giocano dietro una siepe. Questa sarà proprio una di quelle oltre le quali Giacomo Leopardi tenterà di gettare lo sguardo. La prima ora della pellicola è infatti dedicata a Recanati, dove il poeta trascorre infanzia e adolescenza sotto lo sguardo severo e vigile di un padre che crede che i figli debbano dedicarsi a "uno studio matto e disperatissimo", senza confrontarsi con il mondo esterno. La madre, invece, è poco più che accennata: solo qualche veloce pennellata per delineare una donna bigotta e anaffettiva. Sarà infatti questa donna a prestare il volto alla Natura matrigna contro la quale si scagliava Leopardi. Unico conforto per il giovane in questo periodo, oltre al sostegno dei fratelli, sono gli scambi epistolari con alcuni letterati e, in particolare, il Giordani. Fin dalle prime scene, dove possiamo riscontrare un Leopardi "imprigionato" nella gigantesca libreria paterna, scopriamo una delle peculiarità del film: il contrappunto musicale che mette alterna Rossini alla musica elettronica del tedesco Sasha Ring e al brano Outer del canadese Doug Van Nort.
A questo punto, con un salto temporale di 10 anni, ci ritroviamo a Firenze dove Leopardi trascorre le sue giornate con l'amico Antonio Ranieri e l'amata Fanny. Il periodo fiorentino non è però molto felice per il giovane in quanto il suo genio non viene apprezzato perché non ritenuto conforme alle "visioni progressive" dell'epoca. Ultima parentesi di vita di Leopardi si conclude a Napoli (dopo un soggiorno di breve durata a Roma) dove, ai piedi del Vesuvio, il poeta farà una summa conclusiva del suo pensiero con "La ginestra", rimarcando la sempre costante malinconia.
Il giovane favoloso è un film che mi ha colpito molto in quanto riese a rendere giustizia a un grande autore della letteratura italiana, dandone una visione slegata dai libri di testo scolastici. I suoi versi, perfettamente incastonati nella narrazione, trasmettono allo spettatore lo stato d'animo e il pensiero di un uomo malinconico, solo e bisognoso di infinito. Forse mi è dispiaciuto un po' che si facesse molta pressione su alcuni aspetti caratterizzanti di Leopardi come la sua golosità e la gobba, in realtà non così marcata. Ad ogni modo rilevante è il messaggio che arriva dalla sua condizione fisica apparentemente limitante: "Non attribuite al mio stato quello che si deve al mio intelletto". Il suo pensiero pessimistico si riflette anche sulla visione politica "Il mio cervello non concepisce masse felici fatte di individui infelici" e lo rende un precursore della corrente del Novecento del dubbio "Chi dubita sa, e sa più che si possa".
Ve ne consiglio caldamente la visione sia per ricevere una nuova visione di un autore rilegato ai libri scolastici sia per riscoprire la grandezza di un uomo fuori dal suo tempo che ha saputo delineare aspetti fondamentali dell'esistenza umana.
Voto:
8/10
Regista: Mario Martone
Genere: Biografico, Drammatico, Storico
Cast: Elio Germano, Isabella Ragonese, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Edoardo Natoli, Anna Mouglalis, Valerio Binasco, Paolo Graziosi
Trama:
Leopardi è un bambino prodigio che cresce sotto lo sguardo implacabile del padre, in una casa che è una biblioteca. La mente di Giacomo spazia, ma la casa è una prigione: legge di tutto, ma l'universo è fuori. In Europa il mondo cambia, scoppiano le rivoluzioni e Giacomo cerca disperatamente contatti con l'esterno. A 24 anni lascia finalmente Recanati. L'alta società Italiana gli apre le porte ma il nostro ribelle non si adatta.
Il mio pensiero:
Il film si apre con tre bambini che giocano dietro una siepe. Questa sarà proprio una di quelle oltre le quali Giacomo Leopardi tenterà di gettare lo sguardo. La prima ora della pellicola è infatti dedicata a Recanati, dove il poeta trascorre infanzia e adolescenza sotto lo sguardo severo e vigile di un padre che crede che i figli debbano dedicarsi a "uno studio matto e disperatissimo", senza confrontarsi con il mondo esterno. La madre, invece, è poco più che accennata: solo qualche veloce pennellata per delineare una donna bigotta e anaffettiva. Sarà infatti questa donna a prestare il volto alla Natura matrigna contro la quale si scagliava Leopardi. Unico conforto per il giovane in questo periodo, oltre al sostegno dei fratelli, sono gli scambi epistolari con alcuni letterati e, in particolare, il Giordani. Fin dalle prime scene, dove possiamo riscontrare un Leopardi "imprigionato" nella gigantesca libreria paterna, scopriamo una delle peculiarità del film: il contrappunto musicale che mette alterna Rossini alla musica elettronica del tedesco Sasha Ring e al brano Outer del canadese Doug Van Nort.
A questo punto, con un salto temporale di 10 anni, ci ritroviamo a Firenze dove Leopardi trascorre le sue giornate con l'amico Antonio Ranieri e l'amata Fanny. Il periodo fiorentino non è però molto felice per il giovane in quanto il suo genio non viene apprezzato perché non ritenuto conforme alle "visioni progressive" dell'epoca. Ultima parentesi di vita di Leopardi si conclude a Napoli (dopo un soggiorno di breve durata a Roma) dove, ai piedi del Vesuvio, il poeta farà una summa conclusiva del suo pensiero con "La ginestra", rimarcando la sempre costante malinconia.
Il giovane favoloso è un film che mi ha colpito molto in quanto riese a rendere giustizia a un grande autore della letteratura italiana, dandone una visione slegata dai libri di testo scolastici. I suoi versi, perfettamente incastonati nella narrazione, trasmettono allo spettatore lo stato d'animo e il pensiero di un uomo malinconico, solo e bisognoso di infinito. Forse mi è dispiaciuto un po' che si facesse molta pressione su alcuni aspetti caratterizzanti di Leopardi come la sua golosità e la gobba, in realtà non così marcata. Ad ogni modo rilevante è il messaggio che arriva dalla sua condizione fisica apparentemente limitante: "Non attribuite al mio stato quello che si deve al mio intelletto". Il suo pensiero pessimistico si riflette anche sulla visione politica "Il mio cervello non concepisce masse felici fatte di individui infelici" e lo rende un precursore della corrente del Novecento del dubbio "Chi dubita sa, e sa più che si possa".
Ve ne consiglio caldamente la visione sia per ricevere una nuova visione di un autore rilegato ai libri scolastici sia per riscoprire la grandezza di un uomo fuori dal suo tempo che ha saputo delineare aspetti fondamentali dell'esistenza umana.
Voto:
8/10
Dovevo andarlo a vedere anche io con la scuola, ma alla fine è stato annullato tutto :(
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