Recensione Maze Runner

Ciao a tutti!
Un paio di settimane fa ero andato al cinema a vedere Maze Runner (qui la recensione del film) e l'avevo trovato davvero interessante. Ho deciso così di provare a leggere il primo libro della saga che mi aveva tanto colpito e, una volta finito, ho preparato subito una recensione che oggi condivido con tutti voi.

Titolo: Maze Runner - Il Labirinto
Autore: James Dashner
Genere: Distopia, Fantascienza Post-Apocalittica
Data di pubblicazione: agosto 2014
Pagine: 432
Editore: Fanucci
Prezzo: 14,90












Trama:
Quando Thomas si sveglia, le porte dell'ascensore in cui si trova si aprono su un mondo che non conosce. Non ricorda come ci sia arrivato, né alcun particolare del suo passato, a eccezione del proprio nome. Con lui ci sono altri ragazzi, tutti nelle sue stesse condizioni, che gli danno il benvenuto nella radura, un ampio spazio limitato da invalicabili mura di pietra. L'unica certezza dei ragazzi è che ogni mattina le porte di pietra vengono aperte, per poi richiudersi di notte. Ben presto il gruppo elabora l'organizzazione di una società ben ordinata e disciplinata dai custodi. Ogni trenta giorni qualcuno si aggiunge a loro dopo essersi risvegliato nell'ascensore. Il mistero si infittisce quando arriva una ragazza, la prima donna a fare la propria comparsa in quel mondo. Ed è il messaggio che porta con sé a stupire. Un messaggio che non lascia alternative...



Il mio pensiero:
Come già anticipato, ciò che mi ha spinto a leggere il romanzo è stato indubbiamente il film e devo dire che non è stata una scelta sbagliata. La trama è sicuramente intrigante: un gruppo di ragazzi che ricordano soltanto il proprio nome, un Labirinto, un enigma da risolvere, una lotta contro la sopravvivenza e, dietro a tutto ciò, un team di scienziati, i Creatori, che muovendo i fili dei loro burattini dirigono lo spettacolo. La lettura risulta essere quindi avvincente e piena di colpi di genio, ma, nonostante questo, sono presenti anche alcune "lacune" che non posso omettere. Con questo non sconsiglio assolutamente la lettura del romanzo perchè, in fin dei conti, l'ho apprezzato, ma ne sono rimasto lievemente deluso sotto alcuni aspetti, più o meno secondari.
Nella prima parte del libro, assistiamo all'arrivo del protagonista, Thomas, nella Radura, luogo alquanto sconosciuto dove troviamo un gruppo di ragazzi privati della loro memoria che nel corso degli anni passati insieme si sono organizzati in una sorta di società con il fine di trovare una via di fuga attraverso il Labirinto che li circonda. Ogni mese, infatti, viene portato in questo luogo un nuovo ragazzo, ma sin dalla prima comparsa di Thomas nella Radura, c'è qualcosa di diverso. Purtroppo già da questo punto ho riscontrato una prima mancanza: nonostante il luogo sia misterioso e coinvolgente e le dinamiche delle società di ragazzi accattivanti, l'autore non si sofferma troppo su questi dettagli e li descrive molto velocemente. Così facendo, il lettore non ha però la possibilità di entrare nella storia e non riesce a farsi un'idea chiara dell'ambientazione.
La curiosità di Thomas è una delle caratteristiche chiave del personaggio e, proprio questa, lo porta sin da subito a porsi migliaia di interrogativi che però non trovano subito risposta. Se da un lato con questa tecnica l'autore riesce a invogliare il lettore a proseguire nella lettura per trovare risposte a queste domande, viene a crearsi, allo stesso tempo, un senso di fastidio che cresce sempre di più, alimentato dal silenzio imposto dai ragazzi più anziani e autorevoli. Questi Radurai (nome con cui si identificano gli abitanti della Radura) chiedono, infatti, costantemente a Thomas (e quindi al lettore) di aspettare e avere pazienza per delle risposte.
Sono poi rimasto perplesso circa un punto della storia: perchè permettere ai ragazzi in un modo così "semplice" di accedere ai loro ricordi? Sotto questo punto di vista, avrei preferito la soluzione del film (che si distacca molto dal punto di vista della trama dal libro), ossia Teresa riesce a rubare alcune dosi di siero prima di essere mandata nella Radura e le condivide poi con Thomas e il resto del gruppo. A proposito delle differenze film e libro ve ne sono parecchie e, secondo me, questo è dovuto alla vastità della trama del romanzo che difficilmente si presta all'essere trasportata in versione cinematografica.
Mi ha lasciato spiazzato il linguaggio tipico della Radura (sploff, caspio, pive..) che, sebbene sia ai fini della trama sostanzialmente inutile, è probabilmente un espediente adottato da Dashner per rendere il lettore più partecipe nella vicenda.
Spostando lo sguardo sui personaggi secondari, ammetto che mi sono davvero piaciuti (soprattutto Chuck), ma ho avuto dei dubbi sul personaggio di Teresa e sul "dono" che condivide con Thomas. Vi anticipo però di aver letto che questi particolari non approfonditi dall'autore nel primo libro, diventano fondamentali negli altri due romanzi che compongono la saga di Maze Runner e perciò niente verrà lasciato al caso. In ogni caso, superata una fase di spaesamento iniziale, la trama mi ha davvero coinvolto e mi ha portato a desiderare con impazienza una rivelazione finale o, quanto meno, delle risposte alla maggior parte delle mie domande. L'epilogo contribuisce però ad accrescere il numero delle domande e instilla nel lettore la voglia di leggere il seguito e scoprire molto di più.
Queste apparenti mancanze, a mio avviso, sono tutte tecniche con cui Dashner convince il lettore a proseguire nella lettura della trilogia e, in questo modo, genera in questo una sete domabile solo seguendo la volontà dell'autore. Per questo motivo, correrò subito a comprare il volume 2!

Voto:


Ero davvero indeciso circa il voto, ma sono abbastanza sicuro che sia d'obbligo valutare l'intera trilogia nel suo complesso, cosa che non mancherò di fare dopo la lettura degli altri due libri.

1 commento:

  1. Hai completamente ragione! Ho amato e odiato lo scrittore, anche adesso dopo aver finito l'intera saga da mesi mi ritrovo a pensarci e spesso ad irritarmi per le grandissime potenzialità che potevano avere molti personaggi. Ciò non toglie che Thomas mi ha lasciato qualcosa, il suo carattere, la sua forza e il suo amore sono, insieme al mistero certo, quel qualcosa in più che ti fa desiderare altri venti libri di the maze runner.
    In conclusione, forse anche l'irritazione che ti mette spesso lo scrittore è uno strumento per non farti dimenticare Thomas e tutti i suoi amici.

    RispondiElimina

Se ne hai voglia, lascia un commento :D Sono interessato alle tue opinioni!

Instagram