Nel Frattempo al Cinema #18

Buona Domenica cari lettori!
Mi sembra che sia passato fin troppo tempo da quando ho pubblicato una recensione di un film. (A pensarci bene settimana scorsa vi ho parlato della notte degli Oscar XD) A ogni modo, oggi vi propongo un film che ho visto la settimana scorsa. Ecco a voi...

Selma - La strada per la libertà
Titolo originale: Selma
Regista: Ava DuVarnay
Genere: Drammatico, Storico, Biografico
Cast: Tim Roth, Cuba Gooding Jr., Giovanni Ribisi, Oprah Winfrey, David Oyelowo, Alessandro Nivola, Martin Sheen, Carmen Ejogo, Tom Wilkinson, Tessa Thompson, Lorraine Toussaint, Common












Trama:
Nella primavera del 1965 una serie di eventi drammatici cambiò per sempre la rotta dell’America e il concetto moderno di diritti civili, quando un gruppo di coraggiosi manifestanti, guidati dal Dr. Martin Luther King Jr., per tre volte tentò di portare a termine una marcia pacifica in Alabama, da Selma a Montgomery, con l’obiettivo di ottenere l’imprescindibile diritto umano al voto. Gli scontri scioccanti, la trionfante marcia finale e il passaggio del Voting Rights Acts del 1965 che seguirono sono ora un’incancellabile parte della storia. Ma la storia assolutamente rilevante e umana di Selma - dalle battaglie politiche negli uffici del potere, alla determinazione e alla fede della gente nelle strade, alla battaglia interiore che il Dr. King ha dovuto affrontare nel privato - non è mai stata raccontata sullo schermo.


Il mio pensiero:
Nella primavera del 1965 un gruppo di manifestanti guidati dal reverdendo Martin Luther King scelgono la cittadina Selma in Alabama, nel profondo sud dell'America, per concentrare le proteste contro la discriminazione razziale e, in particolare, per rendere possibile alla popolazione afroamericana di esercitare il diritto di voto.
Ciò che più mi ha colpito del film è la straordinaria interpretazione di David Oyelowo, inspiegabilmente privata di una candidatura all'Oscar, che ha saputo rendere il personaggio di King molto incisivo, soprattutto nei suoi famosi discorsi che partono lentamente e si gonfiano infine di una potenza retorica, capace di trascianre le masse verso i più alti obiettivi. Come vi avevo già detto, amo i film biografici perché riportano alla memoria gli eroi e le eroine che dobbiamo ringraziare ogni giorno per ciò che di buono è rimasto a queto mondo. In questo senso, DuVarnay lega anche spezzoni della storica marcia per alimentare il senso di paura e timore diffusi tra i "fratelli neri". La donna riesce così a mettere a nudo l'America e mostrare quelle sue sfaccettature tenute a lungo nascoste, insinuandosi dietro delle porte chiuse per ascoltare discorsi confidenziali e fra le caute e sottili manovre politiche. Non si può poi non venire travolti da forti emozioni quali rabbia e orrore in momenti devastanti come l'omicidio delle quattro bambine nella chiesa di Birmingham. La DuVarnay coinvolge lo spettatore a tal punto che si sente partecipe di questi tragici eventi e, personalmente, avrei voluto essere presente per aiutare e intervenire, non riuscendo a rimanere solamente seduto sulla poltrona di un cinema. Uno dei più grandi meriti di questo film è il saper restituire a quei personaggi ormai diventati bidimensionali a causa dei libri di testo scolastici, una terza dimensione fatta di fragile e fallibile umanità. "Selma" non solo riporta "eventi di cronaca", ma si pone come obiettivo quello di illuminare quegli oscuri giorni e di risvegliare dal "torpore" gli animi umani. Viene inoltre eseguita una chiara distinzione tra il leader e il politicante, mostrando le qualità a livello politico e umano necessarie per rendere equo e giusto un sistema corrotto. Per il raggiungimento di questi ideali, è però richiesto un sacrificio gravoso dal lato individuale, ma gratificante in termini collettivi e di "decisione del proprio destino come esseri umani".

Voto:
8/10

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