Recensione Essere Melvin

Cari amici amanti dei libri,
oggi posso finalmente presentarvi un libro ch, a causa di alcuni impegni, ha atteso sul comodino il suo momento per troppo tempo.

Titolo: Essere Melvin tra finzione e realtà
Autore: Vittorio de Agrò
Genere: Biografia
Data di pubblicazione: 20/02/2014
Pagine: 360
Editore: Cavinato Editore International
Prezzo: 15,00













Trama:
Essere Melvin è per un verso la storia di un cavaliere temerario che deriva la sua audacia da un rapporto con la realtà tutto trasfigurato dalla finzione; per altro verso è la storia di una vendetta lungamente preparata e macchinosamente architettata. Dirò di più: il libro stesso è una gigantesca rivalsa, non contro qualcuno in particolare, ma contro la misura colma delle frustrazioni e delle delusioni, contro una vita che somiglia troppo poco a quella sognata. Un romanzo d’avventure, dunque? Certo. Purché il lettore sia avvertito che le terre di conquista sono tutte interiori, e che l’eroe era ben poco equipaggiato ad affrontare i mostri, i draghi, gli stregoni e i briganti che non sospettava di nascondere in sé. Melvin è una storia vera.


Il mio pensiero:
Solitamente di fronte a una biografia sono sempre un po' titubante: da un lato trovo il genere interessante e ricco di spunti di riflessione, dall'altro temo che possa alla fine risultare noioso o pedante. In "Essere Melvin" si riscontra però, fin dalle prime pagine, un'originalità di fondo: ogni capitolo del libro rappresenta una seduta tra Melvin, il protagonista, e il suo terapista. Questo paziente si presenta fin da subito come un malato, si sente oppresso da un peso ineffabile che lo tortura e che, alla fine, lo costringe a chiedere aiuto a uno psichiatra che possa guidarlo verso un percorso che durerà tre anni.

"Mi scoppia la testa. Mi sento male. Non so da dove cominciare. Per favore, mi aiuti, dottore. Io devo guarire. Devo uccidere il mostro che mi ha fatto fare cose assurde"

Ad ogni seduta, Melvin racconta un anno della sua vita e, attravero questo viaggio nella memoria, compie una sorta di percorso di redenzione. Fin dall'inizio si classifica come un bugiardo, un uomo che si sente frastornato, confuso e che merita l'ergastolo o la pena di morte. Grazie all'aiuto dello Splendente (il dottore così soprannominato da Melvin), l'uomo si fa guidare con il fine di scavare nel passato e far tacere quelle voci che lo ossessionano. La particolare impostazione del libro è una componente fondamentale del libro, in quanto ne determina il ritmo e la narrazione. Non vi è infatti una suddivisione in paragrafi o una divisione fra le parti narrate e quelle dialogate, ma, proprio come se stessimo ascolatando una seduta psichiatrica, Melvin "getta" fuori tutte le parole e i pensieri che per anni lo hanno tormentato. Attraverso una sorta di flusso di coscienza, si seguono le vicende molto intensamente e senza riuscire ad allontanarsi da quelle righe. Quasi come se sotto l'azione di una forza magnetica, non sono infatti riuscito a separarmi a lungo dalla narrazione e sono stato "risucchiato" dalle sensazioni e dai sentimenti che avvertivo nel corso della lettura.
Il protagonista è un ragazzo siciliano che si trasferisce con la famiglia a Roma e che si dividerà per tutta la vita fra questi due diversi mondi. Fin dall'adolescenza subisce le pressioni dei suoi genitori: la madre lo spinge a dedicarsi con maggior impegno agli studi, il padre lo pressa affinché si interessi alle ragazze. Non trovando comprensione e sostegno da nessuna delle due parti, Melvin si sentirà costantemente turbato dalle volontà dei familiari.
Nel corso della sua storia gioca poi un ruolo importante la componente femminile. Ogni "pseudoamore" del protagonista, lo segna profondamente, determinando cambiamenti, azioni e necessità. Flavia, Caterina/Tesoro, Ambrosia, l'Aspirante, la Ballerina sono solo alcune delle donne che diventeranno per Melvin una scusa, un presteso, uno struggimento e che lo faranno sentire fortemente inadeguato e non all'altezza. Nel libro è infatti evidente come la storia sia ciclica e tutte le scelte prese da Melvin seguono dal punto di vista logico degli stessi schemi. Questo è, secondo me, sia un fattore rappresentativo nella personalità di Melvin sia un qualcosa che rallenta il ritmo e che può, con l'avanzare della lettura, rendere alcuni passaggi scontati ed esaltare, allo stesso tempo, il vero obiettivo che si pone il lettore già dai primi capitoli: scoprire come andrà a finire.
Quella che il lettore ha davanti agli occhi non è però una storia di eroi, ricca di drammi e sfide impossibili, ma quella di un uomo che cerca di rapportarsi con il mondo, la società e il web, tentando di superare le fragilità interiori. I temi trattati sono vari e creano in chi legge queste pagine interrogrativi su se stessi, su chi ci circonda e su ciò che si è creduto fino a questo momento. Per citare Livio, "historia magistra est". La storia di Melvin diventa quindi uno spunto, una bozza che permettono al lettore di valutare, criticare, giudicare, compatire, amare e odiare. Se fino ad ora ho però parlato di debolezze e instabilità, vorrei anche farvi notare come via sia una grande forza in Melvin, in quanto quest'uomo si riconosce infine malato, accettando la sua condizione, e chiede aiuto allo Splendente. Il percorso non è certamente facile e viene anche sommerso dai dubbi a causa della domanda che lo assilla da sempre e alla quale cerca di dare una risposta: possono le bugie far male per sempre?

Voto:

5 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Mi è piaciuta la tua recensione.. Ho letto questo libro qualche mese fa e credo che entrambi abbiamo avuto le stesse impressioni. Un po' di riflessione ogni tanto fa bene a tutti :) Ti lascio anche la mia http://leggerecomevolaresenzali.altervista.org/essere-melvin-recensione/

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    1. Grazie mille ^_^ Vado subito a leggerla, sono curioso di leggere altri pareri su questo libro.

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  3. Gentile Francesco
    grazie mille per la bella e accurata recensione :)

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  4. Questo libro mi interessa da un po'.. e dopo questa recensione sono ancora più curiosa!!

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